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ZOOERASTIA: LO STUPRO, COME OGNI ORRORE, VA DENUNCIATO GRIDANDO!!!

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Qualche settimana fa, in una puntata de L’UrloAnimale, ho avuto il piacere di intervistare il Dott. Edoardo Gandini, membro e co-fondatore dello “European Enforcement Network of Animal Welfare Lawyers and Commissioners”, un gruppo di lavoro che si propone di armonizzare la legislazione europea nel settore della protezione e del benessere degli animali. Nel corso di questa interessante intervista ho chiesto al Dott. Gandini le ragioni della latitanza legislativa europea in materia di zooerastia. La sua risposta è stata amara quanto importante: il primo passo, il primo segnale di una precisa volontà di intervenire su questo orribile crimine (anzitutto riconoscendolo tale…!!!) deve arrivare dagli stati membri. Non fa una grinza: nei parlamenti gli animali sono sempre stati il fanalino di coda. Il Parlamento Europeo affronta regolarmente moltissime questioni e riceve montagne di petizioni. Cosa può aiutare il dramma della zooerastia a guadagnare posizioni nell’elenco delle priorità? Una documentata attività nazionale di contrasto a questa pratica atroce. Del resto, viviamo in una società in cui si tende a prestare attenzione solo a chi fa più chiasso. Non è sufficiente sdegnarsi. È giunta l’ora di pretendere che chi occupa gli scranni parlamentari italiani adempia ad una responsabilità cruciale: essere braccio della volontà popolare. Ma noi, in fondo, siamo certi di aver chiesto a gran voce ciò che vogliamo? Siamo certi di aver invaso le piazze denunciando l’orrore della zooerastia? La risposta, soprattutto quando i crimini da denunciare riguardano gli animali, è sempre la medesima: no. Resta dunque invariato anche il mio commento: finché non grideremo, nessuno ci ascolterà. Se dunque è vero che noi siamo la voce degli animali, siamo tenuti ad esercitare il nostro ruolo morale con maggiore serietà, perché finché non alzeremo e non moltiplicheremo le voci, non avremo alcuna credibilità. Perché chi parla di sfruttamento e abuso sessuale su creature inermi, immobilizzate, distrutte nel corpo nella mente, se lo fa a bassa voce, evidentemente non si è ancora arrabbiato a sufficienza.

La foto che inserisco a corredo di questo post ritrae l’atroce destino di una creatura che aveva diritto di vivere, essere amata e rispettata. Invece è finita immobilizzata, stuprata ripetutamente e infine uccisa.

Chi guardandola non prova uno sdegno tale da rendere impellente il desiderio di fare qualcosa contro questo crimine, sappia di non avere titolo a chiamarsi umano. Ma in fondo, solo gli umani sanno macchiarsi di tanto orrore…